“Spesso gli adulti mi dicono di non riuscire più a dialogare con i ragazzi, di sentirsi inadeguati. Ma siamo noi a dover insegnare loro un metodo che li faccia diventare grandi, li aiuti ad affrontare la crescita con serietà in questi tempi difficili”: così l’arcivescovo di Brindisi – Ostuni ci ha accolti, insieme ad altri 540 giovani rappresentanti 138 diocesi italiane, per il XIV Convegno di Pastorale Giovanile che si è tenuto dal 9 al 12 febbraio scorso a Carovigno (Br).
Nonostante la neve, infatti, anche 9 giovani della nostra Diocesi guidati dal responsabile diocesano PG don Enzo Falasca e da padre Nazario Vasciarelli ofm capp., si sono messi in cammino per raggiungere il luogo del convegno in Puglia che ci ha accolti con grande calore nonostante il forte vento.
Dopo l’accoglienza, nel pomeriggio di lunedì don Michele Falabretti, direttore nazionale PG, introducendo i lavori ha comunicato l’obiettivo del convegno cioè sfruttare l’occasione per conoscerci meglio e scambiarci esperienze. Iniziati i lavori, mons. Paolo Giulietti vescovo ausiliare di Perugia ha messo in evidenza come l’educazione dei giovani deve essere il frutto di un lavoro sinergico di più realtà: scuola, oratorio, gruppi…come se fossimo tutti appartenenti a un cantiere dove ci sono geometri, muratori e capi-squadra che lavorano tutti insieme per realizzare una costruzione.
Un esperto “ingegnere” è parso il prof. Raffaele Mantegazza dell’università Bicocca di Milano che in un intervento coinvolgente ha parlato di come aiutare i preadolescenti, gli adolescenti e i giovani ad orientarsi nel mondo e allo stesso tempo vivere il trascendente, senza rinchiuderli in categorie asfittiche come fa comodo agli adulti. Anche per il presidente nazionale emerito di Azione Cattolica Franco Miano gli adulti sono troppo spesso incoerenti mentre spetta agli educatori mettersi in relazione con famiglie problematiche che vanno accolte con sguardo amorevole. Al termine della prima sessione di lavori ci siamo trasferiti nella chiesa di santa Maria del Casale a Brindisi dove abbiamo celebrato l’Eucaristia presieduta da mons. Giulietti che ci ha spiegato che anche san Francesco di ritorno dalla Terra Santa ha pregato in questo luogo.
La giornata di martedì si è aperta con un racconto di esperienze che è stato letto da don Samuele Marelli, responsabile federazioni oratori milanesi, come un modo per guardare al futuro per guardare alle stelle passando per il confronto con l’altro, per quello sguardo che sceglie di soffermarsi sulle sfide piuttosto che sui problemi, sulle possibilità educative, sulla progettualità. Sono seguiti poi i lavori di gruppo in cui si è parlato di tante tematiche. Noi abbiamo scelto la tematica del viaggio e ci siamo soffermati sulle criticità che sono emerse dalle nostre esperienze cercando di parlare ai giovani di viaggio piuttosto che di pellegrinaggio, pur essendo preparati per affrontare il cammino. Nel pomeriggio don Paolo Asolan, docente di teologia fondamentale alla Lateranense, ci ha parlato di un percorso che è stato fatto in vista del convegno, cioè di una tavola rotonda cui hanno aderito giovani, associazioni e movimenti, religiosi e religiose mettendo in risalto le relazioni tra due mondi: il primo che fa i conti con i luoghi in cui i giovani vivono e crescono, il secondo che si esprime negli oratori, nelle parrocchie nei movimenti. Al termine dei lavori pomeridiani ci siamo messi in marcia verso Trani dove ci ha accolto la maestosa Cattedrale in stile romanico-pugliese dedicata a san Nicola pellegrino che si erge talmente vicino al mare che sembra essere sospesa sull’acqua. Qui mons. Galantino, segretario generale della CEI, ha presieduto una veglia di preghiera incentrata sul racconto evangelico della Visitazione durante la quale ha esortato noi animatori ed educatori a fare un pezzo di strada con i nostri ragazzi, ci chiede di avere pazienza e di far nostre le domande che ci rivolgono i ragazzi che non sempre richiedono risposte immediate. La serata si conclude poi in allegria con la degustazione di piatti tipici in compagnia di un giovanissimo gruppo musicale che suona le melodie tipiche della terra di Puglia, anticamente parte della Magna Grecia: la pizzica tarantina.
Il terzo giorno del convegno è interamente dedicato ai laboratori che ci vedono impegnati al mattino con la scoperta di alcune attività che in modo ludico insegnano valori importanti come ad esempio la capacità di unire le forse per fare gruppo e raggiungere lo stesso obiettivo. Nel pomeriggio invece partecipiamo a dei workshop su alcune tematiche come la narrazione che attraverso il racconto e l’autobiografia aiuta gli adolescenti ad esternare le proprie emozioni e le proprie paure, e la musica che ci accompagna in ogni momento della nostra vita e che ricerchiamo in base ai nostri sentimenti. In serata accogliamo in mezzo a noi mons. Nicolò Anselmi, neo-vescovo ausiliare di Genova, che celebra l’Eucaristia per noi e durante l’omelia ci dona un insegnamento importante sulla sofferenza nel giorno in cui la Chiesa fa memoria della Madonna di Lourdes. La serata si conclude con uno spettacolo divertente ma al tempo stesso molto educativo sulla vita di Gesù.
L’ultimo giorno inizia per noi con una nota di tristezza perché la bella esperienza sta per terminare, tristezza che subito si affievolisce perché all’ordine del giorno, dopo le conclusioni di don Michele Falabretti, ci sono le comunicazioni organizzative sul prossimo evento che ci vedrà tutti coinvolti ed entusiasti di partecipare: la GMG che si svolgerà dal 20 al 30 luglio 2016 nella terra del suo ideatore il grande san Giovanni Paolo II che circa trent’anni fa ebbe questa intuizione di dedicare una giornata ogni anno ai giovani, di solito la Domenica delle Palme, che ci vede tutti coinvolti nelle nostre Diocesi. Quindi la Messa conclusiva celebrata dal delegato per i giovani della Puglia mons. Giovanni Ricchiuti che ci esorta a mettere in pratica nelle nostre comunità quello che abbiamo appreso nel corso di questi giorni per lavorare nel grande “cantiere” educativo delle nuove generazioni per cercare di guidare i nostri giovani fino a raggiungere la meta: le stelle.
Antonio Battista e Jacopo Incollingo