Ancora nessun commento

VII Domenica di Pasqua – Ascensione del Signore – Commento

Ascensione del Signore“Oggi nostro Signore Gesù Cristo è asceso al cielo. Con Lui salga pure il nostro cuore” così sant’Agostino introduce la festa dell’Ascensione che oggi celebriamo. Grande gioia per noi tutti perché con Gesù glorificato ed elevato al Cielo nella sua umanità incarnata è la nostra stessa umanità che “è innalzata accanto a Dio” ed è stata, così, riscattata dal decadimento e dalla morte. “Se siete risorti con Cristo cercate la cose di lassù, dove Cristo si trova assiso alla destra di Dio”: l’invito di san Paolo risuona nei nostri cuori: viviamo la nostra vita con lo sguardo rivolto alla meta finale dove ci ha preceduto Cristo l’uomo-Dio: la destra del Padre.

L’Ascensione di Gesù non è mito né leggenda, ma è un fatto storico agganciato alla storia umana. Come ci indica la forma passiva del verbo: “fu assunto in cielo”, è il Padre che fa sedere alla Sua destra il proprio Figlio, morto e risorto, glorificandolo. E’ il ritorno definitivo del Cristo nel seno del Padre da cui era disceso per l’incarnazione.

L’Ascensione al cielo segna la fase conclusiva del Mistero Pasquale: passione, morte e risurrezione di Cristo. Come l’incarnazione del Verbo e la risurrezione, l’Ascensione è il punto di congiunzione dell’eterno con il nostro tempo fuggente che viene innestato nell’eternità di Dio.

L’Ascensione è garanzia della vittoria della vita sulla morte, dell’amore sull’odio, della speranza sull’angoscia della condizione umana.

Proprio contemplando il mistero di Cristo, prima crocifisso, ma oggi glorificato, esaltato e costituito Signore, comprendiamo che la nostra esistenza non è semplicemente un cammino verso l’avanti, come il progresso tecnico e scientifico, ma è un cammino verso l’Alto, verso Dio, sigillo della nostra realizzazione.

L’Ascensione segna l’inizio della Signoria universale del Cristo risorto, la sua “dipartita-assenza” dalla terra è tutta in funzione della sua nuova “presenza” nella Chiesa. Gesù non ci ha abbandonato, è presente accanto a noi, nella nostra storia in un modo nuovo ed efficace per portare la salvezza a tutte le genti: “ecco io sono con voi tutti i giorni fino alla fine del mondo”.
Il tempo della Chiesa si snoda tra l’Ascensione e la Parusia, quando il Signore tornerà in forma visibile e gloriosa. La fiducia in questa presenza di Cristo che non verrà mai meno e nella certezza del Suo futuro ritorno è la fonte della speranza per tutti noi.

Intanto dal cielo il Signore continua a effondere i suoi doni affinchè la nostra comunità di credenti si edifichi come “un solo corpo, un solo spirito…un solo Signore, una sola fede, un solo battesimo, un solo Padre”. Questo è il mistero della Chiesa alla quale apparteniamo e nella quale siamo invitati a credere. Il cristiano è colui che ha la passione dell’unità che è comunione di vita tra tutti i cristiani.

La Chiesa, nata dalla Trinità e fecondata dall’amore reciproco del Padre e del Figlio che è lo Spirito Santo è in crescita fino alla pienezza nell’incontro definitivo con il suo Signore. Un cammino di crescita affidato da Gesù ai discepoli prima di essere assunto in cielo.

“Andate in tutto il mondo e predicate il Vangelo ad ogni creatura”: sono le Sue ultime parole che hanno attraversato i secoli fino ad arrivare a noi per inviarci in missione.
La missione di annunciare – con la vita e con la parola – Cristo morto, risorto e vivente presso il Padre. La certezza che Egli accompagna, benedice e feconda l’opera missionaria della Chiesa, la nostra opera missionaria, ci dona l’entusiasmo e il coraggio per proclamare il Suo messaggio d’amore e di vita eterna.

Uniamoci alla Chiesa tutta “pellegrina sulla terra” per chiedere a Dio onnipotente e misericordioso che “susciti in noi il desiderio della patria eterna, dove ha innalzato l’uomo accanto a Lui nella gloria”.

Commento a cura: Prof.ssa Anna Maria del Prete