La Festa di Pentecoste – cinquantesimo giorno dopo la Pasqua – costituisce la pienezza del mistero pasquale: Gesù risorto, asceso alla destra del Padre, adempie la promessa fatta ai discepoli di inviare loro il Consolatore, lo Spirito Santo. Gli Atti degli Apostoli riferiscono: “Mentre il giorno di Pentecoste stava per finire, si trovavano tutti insieme nello stesso luogo”. I discepoli, come tutti gli ebrei, erano riuniti per celebrare la festa delle Settimane che ricordava il dono della Legge sul Sinai, l’evento fondante del loro popolo. La tradizione giudaica ricorda che “al Sinai la voce di Dio si divise in settanta lingue perché tutte le nazioni potessero comprendere” Ed è proprio quel che avviene nel Cenacolo ai discepoli ancora impauriti e confusi che continuavano a stare insieme solo per obbedire al comando lasciato da Gesù prima dell’Ascensione e per attendere che si realizzasse la Sua promessa: vi manderò … lo Spirito di verità (che) vi guiderà alla verità tutta intera.
Improvviso un fragore, come di vento che riempì tutta la casa e con esso apparvero lingue come di fuoco che si dividevano e si posavano su ciascuno. Vento e fuoco, simboleggiano lo Spirito Santo che scendeva su di loro e prendeva possesso dei loro cuori, infondendo loro forza e coraggio. Da quel momento quegli uomini, fino allora spaventati e prigionieri di se stessi, uscirono dal chiuso della loro vita e furono capaci persino di parlare lingue che non avevano mai conosciuto così che ogni straniero presente a Gerusalemme – e ne erano tanti – potesse comprendere la Buona Notizia. Fu esattamente l’opposto di quanto accadde a Babele, ove la pretesa di autonomia da Dio aveva creato la confusione delle lingue e la incomprensione tra le genti. Anche oggi, in particolare in questa Domenica di Pentecoste, lo Spirito del Signore apre i nostri cuori (se lo lasciamo agire) ai suoi frutti che sono: amore, gioia, pace pazienza, bontà, fedeltà, mitezza e dominio di sé. Una lista che appare espressione di fantasia, tanto è bella e incredibile. Eppure è la verità, è Parola del Signore che ci propone una vita migliore offrendoci i suoi doni che ci aiuteranno ad uscire dal nostro egoismo per aprirci all’amore del Padre che diventa dono per gli altri. Ci renderanno capaci di “volere il bene”, “crocifiggendo la carne con le sue passioni”. Parole forti, quelle di s.Paolo, ma portatrici di speranza.
“Lo Spirito di verità ci guiderà alla verità tutta intera” liberandoci dalla menzogna che attenta alla nostra vita gettandola nel pessimismo e nello sconforto.
Lo Spirito dimora nella Chiesa e nel cuore dei fedeli come in un tempio, la guida verso la verità tutta intera, la unifica nella comunione e nel servizio, la provvede di diversi doni gerarchici e carismatici, coi quali la dirige e la abbellisce dei suoi frutti (Lumen Gentium 4,12).
Lo Spirito di Dio, armonizza le diversità, e rende ognuno di noi forte in Cristo per testimoniarlo nella nostra quotidianità, nella nostra storia; nonostante le nostre fragilità ci rende testimoni di gioia e di verità in un mondo che somiglia sempre più a Babele per la confusione e l’individualismo.
Oggi è più che mai necessario vivere la Pentecoste aprendoci ai doni dello Spirito e fare “esperienza” dell’Amore divino che vuole colmare i nostri cuori della Luce e della Verità che fa scavalcare i confini angusti del nostro io e ci proietta nel Suo universo d’amore.
Commento a cura: Prof.ssa Anna Maria del Prete