Anche quest’anno ci stiamo accingendo a celebrare il Venerdì Santo. Desta scalpore il fatto che la maggior parte dei cristiani non sa cosa rappresenti veramente questa ricorrenza.
In questo giorno si celebra la Passione di Cristo. Essa è formata da tutti gli avvenimenti che hanno portato alla sua crocifissione; sembra cosa buona e giusta immedesimarsi nei suoi panni ed “umiliarci” proprio come fece Lui. Già il semplice camminare a piedi nudi, o portare la croce durante la processione è simbolo di penitenza e sofferenza. Con la ricorrenza della Via Crucis, ripercorriamo le tappe principali della sua Passione, tuttavia ci sentiamo in qualche modo in imbarazzo davanti a così tanta umiltà e dolore. Quindi “scaviamo” nel profondo e cerchiamo di entrare in piena empatia con Il Signore, vivendo secondo i suoi insegnamenti.
Altro importante simbolo sono le campane che in questo giorno tacciono fino a Pasqua, per portare rispetto al Cristo morto. Esse rappresentano anche la mistica attesa, dato che in questi giorni ci prepariamo ad accogliere la resurrezione di Nostro Signore.
Un altro rito “fondamentale”, che si è soliti compiere a Pasqua, è il digiuno. Infatti anche alla Santa Messa viene offerta l’ostia consacrata il giorno precedente. Ma questa usanza è anche una forma di penitenza che ciascuno di noi può compiere nel suo piccolo: dal non mangiare carne il venerdì fino a consumare un solo pasto per giorno.
La croce di Cristo non è come molti ritengono un segno di tortura, ma è la perfetta incarnazione dell’amore che Dio prova per noi. Poiché è nella sofferenza che risiede il vero pentimento.
In conclusione si può affermare che il Venerdì Santo è un giorno di penitenza, remissione e riflessione, e non di “assistere alla processione e basta” come in molti pensano.
Invitiamo tutti a raccogliersi in un minuto di preghiera venerdì alle ore 15, per rispetto e onore di Gesù che si è sacrificato per donarci la vita.
Francesco Romagnuolo e William Sanità
