La Santa festività si avvicina e sorge lecito chiedersi cosa rappresenti per noi giovani: “È semplice ripetitività oppure c’è qualcosa di più profondo?”
La Pasqua rappresenta la resurrezione del Signore che si è sacrificato per salvarci dal peccato originale. Quindi Gesù vuole “entrare” nella nostra vita, ma questo avvenimento deve essere accolto come una pretesa o una necessità?
Fin troppo spesso si sente parlare di ragazzi dediti al consumo di alcool o droga e che scegliendo la strada più facile si allontanano dalla luce del nostro Salvatore. Risulta evidente che essi hanno bisogno di un “qualcosa”, ma è anche ovvio che lo stanno cercando nel luogo sbagliato. Infatti una volta entrati nella casa del Diavolo, è difficile riuscire ad uscirne. La Pasqua ha lo scopo di far riflettere sugli errori compiuti; tramite essa potremo pentirci delle nostre azioni e mutare interiormente.
Da questa Pasqua ci aspettiamo un maggior coinvolgimento da parte dei giovani; le comunità religiose dovrebbero interagire maggiormente con essi, come avrebbe fatto Gesù. Purtroppo per molti di essi questa festa rappresenta il semplice non andare a scuola ed il cioccolato.
Ma quale messaggio può darci la Pasqua oggi, in un mondo segnato dai conflitti in Medio Oriente e dal terrorismo islamico? Speranza: è questa la risposta corretta, la fede in un futuro dove i giovani siano più vicini al messaggio cristiano.
Da queste riflessioni scaturisce il nostro invito a partecipare in maniera attiva alla Settimana Santa, dato che essa rappresenta l’immagine di un Dio buono che muore per salvare il suo popolo. Non ci sembra giusto trattare questa festività come una semplice e mera tradizione, dato che essa è qualcosa di più: “È la possibilità per poter cambiare le nostre vite”.
A cura di: Francesco Romagnuolo e William Sanità